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martedì 4 novembre 2008

...IV Novembre 1918 - IV Novembre 2008

Novant'anni fa terminava la Prima Guerra Mondiale che pose fine alle ostilità tra l'Italia e l'Impero Austro Ungarico, dopo la clamorosa sconfitta a Vittorio Veneto frutto del sacrificio e dell'unità del popolo italiano, l' esercito austriaco - ungherese firmò l'armistizio. Fine delle ostilità. Il prezzo pagato in termini di vite umane fu altissimo cifre che fanno letteralmente girare la testa e che dovrebbero far riflettere.
Dovremmo ricordare anche i "ragazzi del '99". Chi erano questi ragazzi ? Erano l’espressione autentica della società civile nelle sue differenze sociali e nei suoi squilibri che venivano miracolosamente annullati al fronte nel comune combattere e spesso nel comune morire: ricchi e poveri, colti e analfabeti, tutti condividevano gli stessi rischi e la stessa avventura. Furono precettati quando non avevano ancora compiuto i 18 anni e risaldarono con onore e spirito di sacrificio l'esercito italiano ad un anno esatto dalla disfatta di Caporetto, contribuendo con onore alla fine della guerra.
Una volta questa giornata aveva un certo valore, era una giornata di "festa" per la vittoria ottenuta, si celebravano e ricordavano i caduti ed i numerosissimi feriti e mutilati di guerra, oggi invece a 90 anni esatti si pensa solatanto a chi vincerà le elezioni americane, a chi diventerà il nuovo presidente...
A mio modeto parere dovremmo invece riscoprire e non dimenticare le radici del nostro Paese!
A questo proposito mi viene in mente una poesia di Giuseppe Ungaretti massimo esponente dell'ermetismo o poesia pura, che nato nel 1888, si arruolò volontario nella Grande Guerra intitolata:

"Fratelli" del 1916

Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante nella notte
Foglia appena nata
Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente
alla sua fragilità
Fratelli

La domanda è rivolta a soldati che, nella notte, stanno passando accanto alla postazione dove si trova il Ungaretti insieme ai propri commilitoni, il buio non consente di scorgere le insegne del reggimento cui appartengono. Li chiama “fratelli”. L'aria è spasimante ed è quella della notte lacerata da scoppi e lamenti. L'involontaria rivolta è l' espressione spontanea dell’animo, in un moto di ribellione all’orrore scatenato dalla guerra, infine il poeta è consapevole della propria fragilità.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono un poeta
un grido unanime
sono un grido di sogni

Sono un frutto
d'innumerevoli contrasti d'innesti
maturato in una serra

Ma il tuo popolo è portato
dalla stessa terra
che mi porta
Italia

E in questa uniforme
di tuo soldato
mi riposo
come fosse la culla
di mio padre.

Giuseppe Ungaretti
Locvizza 1 Ottobre 1916

tarta ha detto...

mio nonno era uno di quei ragazzi del'99 e ho scritto già alcune cose su di lui
la guerra ... questa guerra l'ha passata tutta in prima linea .... ha fatto anche la campagna di Libia .... ho moltissimi racconti suoi salvati
e qui nelle nostre zone dove la battaglia era più aspra .... il ricordo si vive ogni volta
anche con una semplice passeggiata sui monti dove trovi ancora ordigni inesplosi
e molte storie non sono mai state raccontate ........
vedi quella del viale degli impiccati a Bassano ..... tutti giovani presi e impiccati e lasciati li .... un ogni albero
gli alberi portano ancora i loro nomi
si dovrebbe ricordare di più è vero .... ma sai che nelle scuole ormai la guerra è raccontata solo in due pagine di libro?
nemmeno gli insegnanti la conoscono
è questo il dramma ..... il nostro paese non tiene conto dei ricordi

tarta ha detto...

sai cosa bisognerebbe leggere? ..... LA PATRIA RICONOSCENTE
li ci sono scritte tante verità .....
è la storia di un paese .... dove non ricordo più se 20 ragazzi o di più .... tutti nati lo stesso anno .... tutti partiti per il fronte .... e nessuno tornato vivo
lo leggi come lo racconterebbe un nonno ..... dalla parte del popolo .... la vera realtà

Anonimo ha detto...

Non sei che una croce

Nessuno forse sa più
perché sei sepolto lassù

nel camposanto sperduto
sull'Alpe, soldato caduto.

Nessuno sa più chi tu sia
soldato di fanteria

coperto di erbe e di terra,
vestito del saio di guerra.

l'elmetto sulle ventitrè
nessuno ricorda perché

posata la vanga e il badile
portando a tracolla il fucile

salivi sull'Alpe,salivi
cantavi e di piombo morivi

ed altri morivano con te
ed ora sei tutto di Dio

Il sole, la pioggia,l'oblio
t'han tolto anche il nome d'un fronte

non sei che una croce sul monte
che dura nei turbini e tace

custode di gloria e di pace.

R. Persini

Fulvia ha detto...

Ciao Pam!!non è vero che ti ho fatto troppi complimenti,per me sei una bellissima persona e mi fa piacere esserti e averti come amica
ma torniamo a noi...Ha ragione la tarta..le ci fosse ancora qualcuno di quei famosi "ragazzi del 99" bisognerebbe che andasse in ogni scuola d'italia a spiegare a questi nostri adolescenti che pensano solo ad avere cose firmate ed una bella auto la differenza tra una gioventù piena di ozi e vizi,e una gioventù come la loro passata al fronte ed agli stenti. mio nonno era del 1909,è stato più fortunato,non è mai andato al fronte,ma entrambe le guerre,la prima vissuta quando ancora era bambino,e la seconda da uomo l'hanno segnato profondamente.A me e mio cugino ha raccontato cose degne dei migliori film dell'orrore
E i nostri ragazzi nn sapranno mai cos'è veramente successo se nessuno
parla più di queste cose.Ai miei tempi il programma scolastico di storia si fermava al Congresso di Vienna,e mi sembra dai racconti di colleghe e amiche che ancora oggi nn sia cambiato molto.Non si può negare un secolo di storia,visto quanto è successo nella seconda guerra mondiale,il passato è scomodo è vero,ma è solo dalla storia e dagli errori che si può riuscire a capire e forse,a migliorare il nostro presente.Scusa Pam,e scusatemi tutte x il post kilometrico,ma quando entro in certi argomenti è difficile fermarmi.Ciao Pam,un bacio grande

Anonimo ha detto...

Bonjour Pam...ti ringrazio per il simpatico commento...grazie anche per la lezione di storia...ho sempre amato la storia...questa sera al telegiornale hanno detto che qualche giorno fa è venuto a mancare l'ultimo "ragazzo del '99"...fa un certo effetto...questo!
Un abbraccio, *Maristella*.

Anonimo ha detto...

bello quello che hai scritto, fermarsi e riflettere sul passato è essenziale per andare avanti..
ciao, Mary ^_^

Grazia ha detto...

Brava Pam!...e pensare che in questi giorni qualcuno ha detto delle corbellerie al proposito.....
Ciao cara!

Anonimo ha detto...

Hai ragione Pam, è importantissimo ricordare il passato, le testimonianze sono fondamentali per costruire il ns presente. Purtroppo giusto qualche giorno fa ho sentito che se n'è andato anche l'ultimo ragazzo del 99 e con lui tanti ricordi di quei tempi, persone che sono passate dalla carrozza allo shuttle, dal pennino alle email... un vero tesoro di esperienze e conoscenze
che sarebbe bello fossero tramandate ai propri figli e nipoti... spesso però nella vita frenetica di ogni giorno manca il tempo di parlare, di ascoltare e ce ne accorgiamo solo quando è troppo tardi...

carmen - IRossi ha detto...

Grazie Pam.
ciao Carmen

Effeti ha detto...

Nella memoria storica stanno le radici di un popolo,se la perdiamo perdiamo la nostra identità,il nostro bagaglio culturale che ci salva dall'abbrutimento e dalla barbarie .
Fulvia

Anonimo ha detto...

La poca memoria funziona per le guerre e per tutte le brutte cose di questo mondo...è una gran brutta cosa e fino a che non si imparerà a ricordare, non si imparerà a essere migliori.
Un abbraccio!!